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Omaggio a Stephen King

Ultimo Aggiornamento: 10/01/2009 08:59
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03/01/2009 22:14
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Ecco a voi le più belle immagini tratte dai film ispirati ai più bei libri di Stephen King.
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Tesoro, luce della mia vita, non ti farò niente. Solo che devi lasciarmi finire la frase. Ho detto che non ti farò niente. Soltanto quella testa te la spacco in due! Quella tua testolina te la faccio a pezzi!


Cappuccetto rosso? Cappuccetto rosso? Su, apri la porta. Su, apri! Non hai sentito il mio toc, toc, toc? Allora vuoi che soffi? Vuoi che faccio puff? Allora devo aprirla io la porta?

Sono lupo cattivo!!!

Sono il peggior incubo che abbiate avuto, sono il più spaventoso dei vostri incubi diventato realtà, conosco le vostre paure, vi ammazzerò a uno a uno.


Prima però ripetete con me il catechismo:
Credo che una monetina possa far deragliare un treno merci. Credo che nelle fogne di New York ci siano alligatori, per non dire di topi grossi come pony Shetland. Credo che si possa strappar via l'ombra a una persona con un picchetto da tenda. Credo che esista davvero Babbo Natale e che tutti quei tizi vestiti di rosso che si vedono in giro per le strade a Natale siano i suoi aiutanti. Credo che intorno a noi ci sia un mondo invisibile. Credo che le palline da golf siano piene di gas velenoso e che, a tagliarne una in due respirando l'aria che ne viene fuori, si resti uccisi. Soprattutto, credo nei fantasmi, credo nei fantasmi, credo nei fantasmi. Ci siamo? Pronti per partire. Qua la mano. Si va. Conosco la strada. Non avete che da reggervi forte... e credere.




Jack Torrance pensò: Piccolo stronzo intrigante. Ullman era alto poco più di un metro e sessanta, e quando si muoveva aveva la rapidità scattante che sembra essere peculiare a tutti gli ometti grassocci. Aveva i capelli spartiti da una scriminatura impeccabile, e il completo scuro era sobrio, ma severo. Sono un uomo al quale potete tranquillamente esporre i vostri problemi, diceva quel completo alla clientela solvente.


« Mi hanno chiamato folle; ma non è ancora chiaro se la follia sia o meno il grado più elevato dell'intelletto, se la maggior parte di ciò che è glorioso, se tutto ciò che è profondo non nasca da una malattia della mente, da stati di esaltazione della mente a spese dell'intelletto in generale »



Questa volta la luce del sole non lo accecò. Doveva essere il tramonto. Oppure la stazza dell’uomo lo oscurava completamente.
Questa volta l’uomo degli hamburger, oltre al solito coltello ancora sporco del sangue di Johann, aveva anche un piatto, coltello e forchetta. Johann, vedendoli, si spaventò ancora di più. Cosa voleva fare, mangiarselo davanti ai suoi stessi occhi? Beh, bastava chiederglielo.
-Che vuoi fare?- la sua voce era tremolante, era molto spaventato e non si preoccupava di nasconderlo.
-Dai , ti pensavo più intelligente. Mi è venuto in mente che oggi potevamo mangiare insieme, così per conoscerci meglio- si avvicinò a lui.
-Tu sei pazzo, tu sei pazzo!- quanto avrebbe voluto alzarsi e picchiarlo, picchiarlo per la sua mano, la sua mano che non avrebbe più riavuto.
-No, io ho solo fame. Ma ora pensiamo alle cose importanti. Dimmi, preferisci scrivere o camminare?
03/01/2009 22:19
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-It
Una demoniaca creatura, vera e propria incarnazione del male, si aggira per Derry, una piccola cittadina del Maine, uccidendo periodicamente i bambini che la abitano. Il mostro non ha una forma reale, ma assume l'aspetto delle paure più profonde di ogni individuo, anche se di solito assume la forma di Pennywise , un clown. Esso si risveglia ogni 30 anni per nutrirsi di bambini, ma nessuno crede all'esistenza dell'essere tranne sette ragazzini: Mike, ragazzo di colore appena trasferitosi a Derry, la bella Beverly, il balbuziente Bill, Richie, simpatico e pieno di vita, l'obeso Ben, l'ipocondriaco Eddie e il boyscout Stan. Dopo la morte di Georgie, il fratellino di Bill, i sette ragazzi, che si ribattezzeranno "i sette fortunati", scendono nella fogna dove vive Pennywise e rispediscono il clown assassino nelle profondità della terra. Dopo averlo sconfitto i sette fortunati si fanno una promessa: se mai il perfido Pennywise un giorno fosse tornato, loro si sarebbero riuniti e lo avrebbero combattuto ancora.







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Tesoro, luce della mia vita, non ti farò niente. Solo che devi lasciarmi finire la frase. Ho detto che non ti farò niente. Soltanto quella testa te la spacco in due! Quella tua testolina te la faccio a pezzi!


Cappuccetto rosso? Cappuccetto rosso? Su, apri la porta. Su, apri! Non hai sentito il mio toc, toc, toc? Allora vuoi che soffi? Vuoi che faccio puff? Allora devo aprirla io la porta?

Sono lupo cattivo!!!

Sono il peggior incubo che abbiate avuto, sono il più spaventoso dei vostri incubi diventato realtà, conosco le vostre paure, vi ammazzerò a uno a uno.


Prima però ripetete con me il catechismo:
Credo che una monetina possa far deragliare un treno merci. Credo che nelle fogne di New York ci siano alligatori, per non dire di topi grossi come pony Shetland. Credo che si possa strappar via l'ombra a una persona con un picchetto da tenda. Credo che esista davvero Babbo Natale e che tutti quei tizi vestiti di rosso che si vedono in giro per le strade a Natale siano i suoi aiutanti. Credo che intorno a noi ci sia un mondo invisibile. Credo che le palline da golf siano piene di gas velenoso e che, a tagliarne una in due respirando l'aria che ne viene fuori, si resti uccisi. Soprattutto, credo nei fantasmi, credo nei fantasmi, credo nei fantasmi. Ci siamo? Pronti per partire. Qua la mano. Si va. Conosco la strada. Non avete che da reggervi forte... e credere.




Jack Torrance pensò: Piccolo stronzo intrigante. Ullman era alto poco più di un metro e sessanta, e quando si muoveva aveva la rapidità scattante che sembra essere peculiare a tutti gli ometti grassocci. Aveva i capelli spartiti da una scriminatura impeccabile, e il completo scuro era sobrio, ma severo. Sono un uomo al quale potete tranquillamente esporre i vostri problemi, diceva quel completo alla clientela solvente.


« Mi hanno chiamato folle; ma non è ancora chiaro se la follia sia o meno il grado più elevato dell'intelletto, se la maggior parte di ciò che è glorioso, se tutto ciò che è profondo non nasca da una malattia della mente, da stati di esaltazione della mente a spese dell'intelletto in generale »



Questa volta la luce del sole non lo accecò. Doveva essere il tramonto. Oppure la stazza dell’uomo lo oscurava completamente.
Questa volta l’uomo degli hamburger, oltre al solito coltello ancora sporco del sangue di Johann, aveva anche un piatto, coltello e forchetta. Johann, vedendoli, si spaventò ancora di più. Cosa voleva fare, mangiarselo davanti ai suoi stessi occhi? Beh, bastava chiederglielo.
-Che vuoi fare?- la sua voce era tremolante, era molto spaventato e non si preoccupava di nasconderlo.
-Dai , ti pensavo più intelligente. Mi è venuto in mente che oggi potevamo mangiare insieme, così per conoscerci meglio- si avvicinò a lui.
-Tu sei pazzo, tu sei pazzo!- quanto avrebbe voluto alzarsi e picchiarlo, picchiarlo per la sua mano, la sua mano che non avrebbe più riavuto.
-No, io ho solo fame. Ma ora pensiamo alle cose importanti. Dimmi, preferisci scrivere o camminare?
03/01/2009 22:24
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-The Shining
La storia è ambientata nell'inverno del 1976-77. Jack Torrance, che ha perso il proprio lavoro d'insegnante dopo aver aggredito uno studente e cerca di portare a termine una commedia alla quale lavora da tempo, accetta un lavoro offertogli dall'amico Al Shockley: trasferirsi come guardiano invernale all'Overlook Hotel, un imponente albergo, costruito nel dopoguerra, che domina le alte montagne del Colorado. Jack accetta la proposta e porta con sé la moglie Wendy e il figlio Danny di cinque anni. La famiglia spera di ritrovare nell'albergo un periodo di serenità, correndo il rischio però di rimanere isolati da tutto il mondo esterno a causa della neve che li bloccherà durante tutto l'inverno. Appena arrivati Jack ha un colloquio col direttore dell'albergo, Ullman, che lo informa che molti anni prima Delbert Grady, guardiano invernale di quell'anno, impazzì e si uccise dopo aver fatto a pezzi la moglie e le figlie. Quello è stato solo uno dei tanti omicidi avvenuti nell'albergo.
Durante il colloquio Danny conosce il cuoco Dick Hallorann con cui ha in comune dei poteri extra-sensoriali, la cosiddetta "aura" che gli permette di vedere fatti accaduti o che accadranno. Dick dice a Danny che se mai avrà bisogno d'aiuto basterà chiamarlo con la forza del pensiero e lui lo sentirà.
Con il passare del tempo la famiglia si ritrova subito in un'atmosfera sinistra e Danny, grazie ai suoi poteri e all'aiuto dell'amico immaginario Tony, avverte il peso degli orribili avvenimenti passati che si materializzano davanti a lui, come il delitto della stanza 217, ma impara anche ad opporsi ad essi e a smascherare le false presenze.
Jack, che rovistando nel sotterraneo ha scoperto dei documenti compromettenti sulla storia dell'albergo, diviene prigioniero delle presenza del passato e non può sfuggire ad esse che lo controllano e lo portano all'irrefrenabile impeto di uccidere Wendy e Danny volendo prolungare così la spirale di delitti e orrori.
Madre e figlio capiscono che Jack non è più lo stesso e Wendy trova il coraggio di ferirlo, ma ciò non lo ferma e così Danny in preda al panico chiama Dick che accorre con un gatto delle nevi e mette in salvo la famiglia lasciando Jack nell'albergo che dopo poco va a fuoco a causa dell'esplosione della caldaia, la cui pressione non veniva scaricata ormai da troppi giorni.









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Tesoro, luce della mia vita, non ti farò niente. Solo che devi lasciarmi finire la frase. Ho detto che non ti farò niente. Soltanto quella testa te la spacco in due! Quella tua testolina te la faccio a pezzi!


Cappuccetto rosso? Cappuccetto rosso? Su, apri la porta. Su, apri! Non hai sentito il mio toc, toc, toc? Allora vuoi che soffi? Vuoi che faccio puff? Allora devo aprirla io la porta?

Sono lupo cattivo!!!

Sono il peggior incubo che abbiate avuto, sono il più spaventoso dei vostri incubi diventato realtà, conosco le vostre paure, vi ammazzerò a uno a uno.


Prima però ripetete con me il catechismo:
Credo che una monetina possa far deragliare un treno merci. Credo che nelle fogne di New York ci siano alligatori, per non dire di topi grossi come pony Shetland. Credo che si possa strappar via l'ombra a una persona con un picchetto da tenda. Credo che esista davvero Babbo Natale e che tutti quei tizi vestiti di rosso che si vedono in giro per le strade a Natale siano i suoi aiutanti. Credo che intorno a noi ci sia un mondo invisibile. Credo che le palline da golf siano piene di gas velenoso e che, a tagliarne una in due respirando l'aria che ne viene fuori, si resti uccisi. Soprattutto, credo nei fantasmi, credo nei fantasmi, credo nei fantasmi. Ci siamo? Pronti per partire. Qua la mano. Si va. Conosco la strada. Non avete che da reggervi forte... e credere.




Jack Torrance pensò: Piccolo stronzo intrigante. Ullman era alto poco più di un metro e sessanta, e quando si muoveva aveva la rapidità scattante che sembra essere peculiare a tutti gli ometti grassocci. Aveva i capelli spartiti da una scriminatura impeccabile, e il completo scuro era sobrio, ma severo. Sono un uomo al quale potete tranquillamente esporre i vostri problemi, diceva quel completo alla clientela solvente.


« Mi hanno chiamato folle; ma non è ancora chiaro se la follia sia o meno il grado più elevato dell'intelletto, se la maggior parte di ciò che è glorioso, se tutto ciò che è profondo non nasca da una malattia della mente, da stati di esaltazione della mente a spese dell'intelletto in generale »



Questa volta la luce del sole non lo accecò. Doveva essere il tramonto. Oppure la stazza dell’uomo lo oscurava completamente.
Questa volta l’uomo degli hamburger, oltre al solito coltello ancora sporco del sangue di Johann, aveva anche un piatto, coltello e forchetta. Johann, vedendoli, si spaventò ancora di più. Cosa voleva fare, mangiarselo davanti ai suoi stessi occhi? Beh, bastava chiederglielo.
-Che vuoi fare?- la sua voce era tremolante, era molto spaventato e non si preoccupava di nasconderlo.
-Dai , ti pensavo più intelligente. Mi è venuto in mente che oggi potevamo mangiare insieme, così per conoscerci meglio- si avvicinò a lui.
-Tu sei pazzo, tu sei pazzo!- quanto avrebbe voluto alzarsi e picchiarlo, picchiarlo per la sua mano, la sua mano che non avrebbe più riavuto.
-No, io ho solo fame. Ma ora pensiamo alle cose importanti. Dimmi, preferisci scrivere o camminare?
03/01/2009 22:29
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-Carrie
Carrie non se la passa troppo bene a scuola, la Thomas Ewen High School, dove il suo look piatto e fuori moda la rende ridicola. All'inizio del racconto, ha il primo ciclo mestruale durante una doccia dopo la lezione di educazione fisica. Carrie, spaventatissima, non aveva mai sentito parlare di mestruazioni; sua madre non ne ha mai parlato con lei. L'idea che questa possa essere la sua prima volta non viene in mente alle compagne; come al solito, non perdono l'occasione di prenderla crudelmente in giro. Guidate da Chris Hargensen, la ragazza più bella e popolare della scuola, le lanciano contro assorbenti invece di aiutarla. Quando l'insegnate di ginnastica, Miss Desjardins, vede quello che sta succedendo, rimprovera Carrie, ma si spaventa quando scopre che Carrie non aveva idea di quello che stava succedendo. La aiuta, la pulisce e tenta di spiegarle che è una cosa naturale. Più tardi, parla al preside e pretende che tutte le ragazze che hanno deriso Carrie siano per punizione escluse dal ballo studentesco di fine corso. King include alcuni dialoghi interessanti, probabilmente basati sulla propria esperienza personale come insegnante, mostrando come professori e direttori parlino tra loro degli studenti. Nel frattempo, Carrie torna a casa e viene maltrattata fisicamente e psicologicamente dalla madre che la accusa di aver commesso atti impuri: solo così si spiegherebbero le mestruazioni.
Carrie gradualmente scopre di avere poteri telecinetici. Sembra che abbia avuto questi poteri dalla nascita, ma il loro controllo volontario è, a quanto pare, sparito dopo l'infanzia, nonostante si siano verificati incidenti nel corso della sua vita che potrebbero essere attribuiti a questi poteri: ad esempio, una pioggia di rocce colpisce la loro casa quando Carrie ha tre anni. Carrie addestra i suoi poteri in segreto, sviluppandone la potenza, anche se ciò si dimostra per lei fisicamente debilitante. Scopre anche di essere telepatica, abbastanza per riconoscere i sentimenti delle persone che la circondano; per esempio, sa che la professoressa di ginnastica, che dice di preoccuparsi di lei, in realtà la odia, poco meno delle ragazze nella doccia.
Nel frattempo, Sue Snell, una delle ragazze che avevano preso in giro Carrie, inizia a sentire rimorso per i fatti dello spogliatoio, ha pietà di lei e si offre di diventarle amica. Con il ballo in arrivo, Sue accoppia Carrie con il suo ragazzo, Tommy Ross, uno dei ragazzi più popolari ed attraenti della scuola. Carrie è sospettosa, ma accetta, e si cuce da sola l'abito. La mamma non ne vuole sapere, ritenendo l'esperienza del ballo scolastico una tentazione peccaminosa da rifiutare: spiega le motivazioni rivelando molto del passato della famiglia. Crede che il sesso sia peccaminoso sotto qualsiasi forma, anche dopo il matrimonio. È anche a conoscenza dei poteri di Carrie anche se le considera pure stregonerie; sembra che essi appaiano ogni tre generazioni nella sua famiglia. Carrie è stanca di sentire che tutto è peccato, vuole provare a vivere una vita normale e vede nel ballo un nuovo inizio.
Chris Hargensen è infuriata per il fatto di non poter partecipare al ballo. All'inizio tenta di convincere il padre, avvocato, ad obbligare il direttore a concederle il permesso. Il direttore, invece, lo butta fuori dall'ufficio. Chris escogita un piano per vendicarsi insieme al proprio ragazzo, Billy Nolan. Billy, con alcuni amici, va in una fattoria e taglia la gola a due maiali per poter cavare loro il sangue. Mettono dei secchi con il sangue in bilico sopra al palco allestito nella palestra della scuola, dove si terrà la festa. Chris, nel frattempo, si accorda con le amiche per votare Carrie come reginetta del ballo. Quando Carrie e Tommy saliranno sul palco per essere incoronati, un amico di Chris tirerà una corda per rovesciare su Carrie il sangue di maiale, rovinando in tal modo il momento più felice della vita di Carrie.
Il piano però, sfugge di mano ai suoi ideatori e quello che doveva essere un crudele scherzo si trasforma in tragedia. Tommy, colpito da uno dei secchi caduti, si accascia sul palco privo di sensi e Carrie viene ricoperta di sangue. Tutti i presenti, compreso qualche professore, trovano divertente la cosa e si mettono a ridere perché, come dirà Sue,l'unica sopravvisuta della scuola, "dopo tutti questi anni a ridere di Carrie, cosa altro dovevano fare?". Carrie viene spinta fuori dal locale. Se ne va umiliata, ma una volta fuori, si ricorda dei suoi poteri telecinetici e decide di usarli per vendetta. All'inizio blocca tutte le porte ed accende i sistemi antincendio, dimenticandosi degli apparecchi elettrici presenti per la festa che iniziano a produrre cortocircuiti e scintille. Tommy Ross muore, perché il suo corpo ancora esanime si trova vicino ad alcuni cavi elettrici per l'illuminazione del palco. Guardando attraverso la finestra, Carrie vede morire tre persone. Gli apparecchi elettrici stanno rapidamente appiccando un incendio all'interno della palestra, alimentato dalle decorazioni e dalle scenografie di carta. Carrie potrebbe salvare tutte le persone all'interno, se decidesse di sbloccare le porte, ma il suo ultimo barlume di sanità scompare e decide di uccidere tutti,lasciando che l' incendio rada al suolo la Thomas Ewen High School,facendo morire tutti gli studenti e i professori. Tornando a casa, dà fuoco a tutti i quartieri di Chamberlain. Un effetto collaterale del dono di Carrie è che chiunque si trovi vicino a lei ne viene influenzato, tanto che tutti sanno che i danni sono stati provocati da Carrie White, anche se in realtà non sanno chi sia.
Carrie torna a casa per confortare la madre, la quale la crede posseduta da Satana: il solo modo di salvarla è ucciderla. Rivelando che la concezione di Carrie fu frutto di una violenza carnale subita dopo il matrimonio, colpisce Carrie alla spalla con un coltello da cucina. Per difendersi, Carrie uccide la madre, usando la telecinesi per fermarne il cuore.
Carrie, ferita mortalmente, ma ancora viva, si avvia verso il luogo dove il padre si ubriacò la notte del suo concepimento, con l'intenzione di distruggerlo. Notando Chris e Billy in corsa sulla superstrada, prende il controllo del veicolo e blocca la macchina, uccidendoli entrambi. Sue Snell, che ha seguito la "scia" telepatica di Carrie, la trova collassata in un parcheggio. Carrie muore tra le sue braccia, con il coltello ancora piantato nella spalla. In uno dei momenti più commoventi del libro, Carrie e Sue sostengono una breve conversazione telepatica. Carrie crede che Sue e Tommy fossero complici dello scherzo, ma Sue la invita a guardarle nella mente per scoprire la verità. Scoprendo che Sue è innocente Carrie muore.
Il romanzo include anche alcune notizie riguardo la distruzione della città sotto forma di interviste ai sopravvissuti dei quartieri incendiati. Una lettera alla fine del libro fa presagire la comparsa di una giovane ragazza con le stesse capacità di Carrie.



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Tesoro, luce della mia vita, non ti farò niente. Solo che devi lasciarmi finire la frase. Ho detto che non ti farò niente. Soltanto quella testa te la spacco in due! Quella tua testolina te la faccio a pezzi!


Cappuccetto rosso? Cappuccetto rosso? Su, apri la porta. Su, apri! Non hai sentito il mio toc, toc, toc? Allora vuoi che soffi? Vuoi che faccio puff? Allora devo aprirla io la porta?

Sono lupo cattivo!!!

Sono il peggior incubo che abbiate avuto, sono il più spaventoso dei vostri incubi diventato realtà, conosco le vostre paure, vi ammazzerò a uno a uno.


Prima però ripetete con me il catechismo:
Credo che una monetina possa far deragliare un treno merci. Credo che nelle fogne di New York ci siano alligatori, per non dire di topi grossi come pony Shetland. Credo che si possa strappar via l'ombra a una persona con un picchetto da tenda. Credo che esista davvero Babbo Natale e che tutti quei tizi vestiti di rosso che si vedono in giro per le strade a Natale siano i suoi aiutanti. Credo che intorno a noi ci sia un mondo invisibile. Credo che le palline da golf siano piene di gas velenoso e che, a tagliarne una in due respirando l'aria che ne viene fuori, si resti uccisi. Soprattutto, credo nei fantasmi, credo nei fantasmi, credo nei fantasmi. Ci siamo? Pronti per partire. Qua la mano. Si va. Conosco la strada. Non avete che da reggervi forte... e credere.




Jack Torrance pensò: Piccolo stronzo intrigante. Ullman era alto poco più di un metro e sessanta, e quando si muoveva aveva la rapidità scattante che sembra essere peculiare a tutti gli ometti grassocci. Aveva i capelli spartiti da una scriminatura impeccabile, e il completo scuro era sobrio, ma severo. Sono un uomo al quale potete tranquillamente esporre i vostri problemi, diceva quel completo alla clientela solvente.


« Mi hanno chiamato folle; ma non è ancora chiaro se la follia sia o meno il grado più elevato dell'intelletto, se la maggior parte di ciò che è glorioso, se tutto ciò che è profondo non nasca da una malattia della mente, da stati di esaltazione della mente a spese dell'intelletto in generale »



Questa volta la luce del sole non lo accecò. Doveva essere il tramonto. Oppure la stazza dell’uomo lo oscurava completamente.
Questa volta l’uomo degli hamburger, oltre al solito coltello ancora sporco del sangue di Johann, aveva anche un piatto, coltello e forchetta. Johann, vedendoli, si spaventò ancora di più. Cosa voleva fare, mangiarselo davanti ai suoi stessi occhi? Beh, bastava chiederglielo.
-Che vuoi fare?- la sua voce era tremolante, era molto spaventato e non si preoccupava di nasconderlo.
-Dai , ti pensavo più intelligente. Mi è venuto in mente che oggi potevamo mangiare insieme, così per conoscerci meglio- si avvicinò a lui.
-Tu sei pazzo, tu sei pazzo!- quanto avrebbe voluto alzarsi e picchiarlo, picchiarlo per la sua mano, la sua mano che non avrebbe più riavuto.
-No, io ho solo fame. Ma ora pensiamo alle cose importanti. Dimmi, preferisci scrivere o camminare?
03/01/2009 22:34
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-Misery
La storia inizia quando Paul Sheldon esce lentamente dal coma. Recupera gradualmente la memoria: è un popolare scrittore di romanzi, autore della serie Misery (la cui protagonista è Misery Chastain), coinvolto in un incidente stradale durante una tempesta invernale fuori da Silver Creek (Colorado) e gravemente ferito. La sua salvatrice, Annie Wilkes, è un'ex infermiera professionale che lo ha portato a casa propria per curarlo di persona.
Per fortuna, Annie è la fan numero uno di Paul ed attende impazientemente nuove pubblicazioni della sua serie preferita. Con il passare del tempo, in ogni caso, Paul scopre che esiste anche il rovescio della medaglia: Annie è mentalmente malata, non ha detto a nessuno dove lui si trovi, e ha un passato violento che comprende una carriera di serial killer.
Annie inizia ad abusare fisicamente e psicologicamente di Paul quando finisce la lettura del suo ultimo lavoro, in cui l'eroina Misery muore. Nel romanzo questo lavoro, Il figlio di Misery, è ancora sotto forma di manoscritto; nel film, invece, è già stato pubblicato. In seguito Annie costringerà Paul a bruciare il manoscritto del suo nuovo libro, "Bolidi", unica copia esistente al mondo. Disgustata da un'inaspettata chiusura della serie, Annie obbliga Paul a scrivere un nuovo romanzo "solo per lei" riportando in vita la protagonista. Paul lavora sul libro, mentre l'umore di Annie continua ad oscillare raggiungendo limiti sempre più estremi. La sua pazzia aumenta quando Paul tenta di evadere; lei gli amputa il piede sinistro e uno dei pollici, e uccide un poliziotto che stava investigando sulla sua scomparsa. Mentre le autorità cominciano a stringere il cerchio intorno ad Annie, la situazione di Paul da critica diventa disperata (sia per la stesura del libro che per il tentativo di salvarsi la vita).






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Tesoro, luce della mia vita, non ti farò niente. Solo che devi lasciarmi finire la frase. Ho detto che non ti farò niente. Soltanto quella testa te la spacco in due! Quella tua testolina te la faccio a pezzi!


Cappuccetto rosso? Cappuccetto rosso? Su, apri la porta. Su, apri! Non hai sentito il mio toc, toc, toc? Allora vuoi che soffi? Vuoi che faccio puff? Allora devo aprirla io la porta?

Sono lupo cattivo!!!

Sono il peggior incubo che abbiate avuto, sono il più spaventoso dei vostri incubi diventato realtà, conosco le vostre paure, vi ammazzerò a uno a uno.


Prima però ripetete con me il catechismo:
Credo che una monetina possa far deragliare un treno merci. Credo che nelle fogne di New York ci siano alligatori, per non dire di topi grossi come pony Shetland. Credo che si possa strappar via l'ombra a una persona con un picchetto da tenda. Credo che esista davvero Babbo Natale e che tutti quei tizi vestiti di rosso che si vedono in giro per le strade a Natale siano i suoi aiutanti. Credo che intorno a noi ci sia un mondo invisibile. Credo che le palline da golf siano piene di gas velenoso e che, a tagliarne una in due respirando l'aria che ne viene fuori, si resti uccisi. Soprattutto, credo nei fantasmi, credo nei fantasmi, credo nei fantasmi. Ci siamo? Pronti per partire. Qua la mano. Si va. Conosco la strada. Non avete che da reggervi forte... e credere.




Jack Torrance pensò: Piccolo stronzo intrigante. Ullman era alto poco più di un metro e sessanta, e quando si muoveva aveva la rapidità scattante che sembra essere peculiare a tutti gli ometti grassocci. Aveva i capelli spartiti da una scriminatura impeccabile, e il completo scuro era sobrio, ma severo. Sono un uomo al quale potete tranquillamente esporre i vostri problemi, diceva quel completo alla clientela solvente.


« Mi hanno chiamato folle; ma non è ancora chiaro se la follia sia o meno il grado più elevato dell'intelletto, se la maggior parte di ciò che è glorioso, se tutto ciò che è profondo non nasca da una malattia della mente, da stati di esaltazione della mente a spese dell'intelletto in generale »



Questa volta la luce del sole non lo accecò. Doveva essere il tramonto. Oppure la stazza dell’uomo lo oscurava completamente.
Questa volta l’uomo degli hamburger, oltre al solito coltello ancora sporco del sangue di Johann, aveva anche un piatto, coltello e forchetta. Johann, vedendoli, si spaventò ancora di più. Cosa voleva fare, mangiarselo davanti ai suoi stessi occhi? Beh, bastava chiederglielo.
-Che vuoi fare?- la sua voce era tremolante, era molto spaventato e non si preoccupava di nasconderlo.
-Dai , ti pensavo più intelligente. Mi è venuto in mente che oggi potevamo mangiare insieme, così per conoscerci meglio- si avvicinò a lui.
-Tu sei pazzo, tu sei pazzo!- quanto avrebbe voluto alzarsi e picchiarlo, picchiarlo per la sua mano, la sua mano che non avrebbe più riavuto.
-No, io ho solo fame. Ma ora pensiamo alle cose importanti. Dimmi, preferisci scrivere o camminare?
03/01/2009 22:41
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-The Mist
Bridgton, cittadina del Maine, viene avvolta da una misteriosa nebbia che la isola dal resto del mondo.
Il film si apre con David che sta completando un dipinto di sua creazione. Poco dopo una forte tempesta proveniente dal lago porta lui e la sua famiglia a rifugiarsi in cantina. Il giorno seguente David, insieme al vicino Brent Norton e a suo figlio Billy si dirige al supermercato, ma una misteriosa nebbia inizia a inondare il paese, e rifugiatisi nel negozio capiranno che nella nebbia vi sono sanguinarie e demoniache creature che si nutrono di esseri umani ed iniziano ad attaccare e uccidere la popolazione. Ben presto scopriranno che i pericoli non sono solo fuori, ma anche dentro il supermarket, mano a mano che la natura umana, portata all'estremo dalla paura e dalla convivenza forzata in un luogo angusto, devierà sempre più verso la follia.
La causa di tutto questo sembra essere la vicina base militare presso la quale è in atto il progetto "Arrowhead", un tentativo di aprire portali attraverso altre dimensioni.
Durante la loro forzata permanenza nel supermarket, le persone inizieranno a dar chiari segni di paranoia, anche grazie all'incitamento di una fanatica religiosa, la sig.ra Carmody. Una serie di incursioni dentro il negozio da parte di alcune creature che riusciranno ad uccidere alcuni sopravvissuti, e, dopo un sanguinoso tentativo di raggiungere la farmacia e prendere medicinali, la folla impaurita inizierà ad assecondare le folli idee religiose della sig.ra Carmody, la quale per scacciare i mostri e i demoni chiederà un sacrificio umano... nello specifico l'uccisione del figlio di David. Durante il tentativo di rapire Billy, Ollie (un commesso del supermarket che rimarrà sano di mente per tutto il film) ucciderà con la pistola la sig.ra Carmody e, insieme ad altri sopravvissuti, scapperanno fuori dal supermarket.
Durante il tentativo di fuga solo David, Billy, Amanda e due anziani signori riusciranno a sopravvivere e raggiungere la Jeep per fuggire. Il loro viaggio li porterà attraverso uno stato del Maine totalmente invaso dalla nebbia e devastato dalle creature mostruose. Ad un certo punto, dopo aver finito la benzina e perso le speranze, David, accortosi che nella pistola rimangono solo 4 colpi, deciderà di risparmiare una morte orrenda ai suoi compagni e, d'accordo con loro, gli sparerà uccidendoli tutti con gli ultimi proiettili.
Disperato dal gesto estremo, uscirà dall'auto per farsi uccidere dalle creature, ma pochi istanti dopo esser sceso piangente, vedrà delle luci spuntare dalla nebbia. Con sua estrema sorpresa e disperazione, David vedrà sbucare dalla nebbia un'intera colonna di mezzi militari, carri armati, autoblindo e camion pieni di sopravvissuti scortati da centinaia di militari in tenuta NBC. Compreso il fatto che i militari stanno lentamente riconquistando terreno e, consapevole che alcuni minuti di attesa avrebbero fatto la differenza per i suoi compagni, David cade a terra in preda ad una crisi di nervi mentre due soldati cercano di prestargli aiuto.
Il film si conclude con l'immagine di decine di mezzi militari scortati da forze aeree che lentamente si fanno largo tra la nebbia uccidendo le ultime creature.






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Tesoro, luce della mia vita, non ti farò niente. Solo che devi lasciarmi finire la frase. Ho detto che non ti farò niente. Soltanto quella testa te la spacco in due! Quella tua testolina te la faccio a pezzi!


Cappuccetto rosso? Cappuccetto rosso? Su, apri la porta. Su, apri! Non hai sentito il mio toc, toc, toc? Allora vuoi che soffi? Vuoi che faccio puff? Allora devo aprirla io la porta?

Sono lupo cattivo!!!

Sono il peggior incubo che abbiate avuto, sono il più spaventoso dei vostri incubi diventato realtà, conosco le vostre paure, vi ammazzerò a uno a uno.


Prima però ripetete con me il catechismo:
Credo che una monetina possa far deragliare un treno merci. Credo che nelle fogne di New York ci siano alligatori, per non dire di topi grossi come pony Shetland. Credo che si possa strappar via l'ombra a una persona con un picchetto da tenda. Credo che esista davvero Babbo Natale e che tutti quei tizi vestiti di rosso che si vedono in giro per le strade a Natale siano i suoi aiutanti. Credo che intorno a noi ci sia un mondo invisibile. Credo che le palline da golf siano piene di gas velenoso e che, a tagliarne una in due respirando l'aria che ne viene fuori, si resti uccisi. Soprattutto, credo nei fantasmi, credo nei fantasmi, credo nei fantasmi. Ci siamo? Pronti per partire. Qua la mano. Si va. Conosco la strada. Non avete che da reggervi forte... e credere.




Jack Torrance pensò: Piccolo stronzo intrigante. Ullman era alto poco più di un metro e sessanta, e quando si muoveva aveva la rapidità scattante che sembra essere peculiare a tutti gli ometti grassocci. Aveva i capelli spartiti da una scriminatura impeccabile, e il completo scuro era sobrio, ma severo. Sono un uomo al quale potete tranquillamente esporre i vostri problemi, diceva quel completo alla clientela solvente.


« Mi hanno chiamato folle; ma non è ancora chiaro se la follia sia o meno il grado più elevato dell'intelletto, se la maggior parte di ciò che è glorioso, se tutto ciò che è profondo non nasca da una malattia della mente, da stati di esaltazione della mente a spese dell'intelletto in generale »



Questa volta la luce del sole non lo accecò. Doveva essere il tramonto. Oppure la stazza dell’uomo lo oscurava completamente.
Questa volta l’uomo degli hamburger, oltre al solito coltello ancora sporco del sangue di Johann, aveva anche un piatto, coltello e forchetta. Johann, vedendoli, si spaventò ancora di più. Cosa voleva fare, mangiarselo davanti ai suoi stessi occhi? Beh, bastava chiederglielo.
-Che vuoi fare?- la sua voce era tremolante, era molto spaventato e non si preoccupava di nasconderlo.
-Dai , ti pensavo più intelligente. Mi è venuto in mente che oggi potevamo mangiare insieme, così per conoscerci meglio- si avvicinò a lui.
-Tu sei pazzo, tu sei pazzo!- quanto avrebbe voluto alzarsi e picchiarlo, picchiarlo per la sua mano, la sua mano che non avrebbe più riavuto.
-No, io ho solo fame. Ma ora pensiamo alle cose importanti. Dimmi, preferisci scrivere o camminare?
03/01/2009 22:44
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-1408
Mike Enslin è uno scrittore che pubblica lavori basati su posti infestati da fantasmi. Ha scritto tre best sellers nella serie - "Dieci notti in dieci case infestate", "Dieci notti in dieci cimiteri infestati" e "Dieci notti in dieci castelli infestati". Arriva all'hotel Dolphin sulla 66ma strada di New York durante la stesura del prossimo libro, "Dieci notti di dieci camere d'hotel infestate". Il cocciuto Enslin deve lottare con il direttore dell'hotel, Mr.Olin, per poter avere accesso alla famigerata camera 1408, visto che Mr.Olin ha molti dubbi riguardo al permettere a chiunque (soprattutto a gente scettica come Enslin) di utilizzarla. Enslin minaccia di utilizzare il proprio avvocato pur di averne accesso, ed alla fine ne esce vincitore.
Secondo il volere di Olin, la stanza 1408 non è stata affittata per oltre venti anni. È ancora arredata con i vecchi mobili, in contrasto con lo stile moderno del resto dell'hotel visto che, come dice il proprietario, "sono sicuro che nessun dispositivo funzioni. Gli orologi digitali non si muovono, stessa cosa per calcolatrici o telefonini".
Durante lo spostamento dall'ufficio di Olin all'ascensore, Olin racconta la storia più recente della stanza - il perché è stata eliminata dalle stanze disponibili nell'albergo; perché usa solo gemelli o coppie di parenti stretti per pulire la stanza; ed elenca i numerosi morti nella stanza: 12 suicidi e 30 morti naturali nell'arco di 68 anni. Enslin è scioccato ma scettico, ed è determinato a continuare la ricerca.
I problemi iniziano prima ancora di aprire la stanza; crede che la porta sia storta. Controlla ancora ma ora sembra dritta; ricontrolla ed è di nuovo storta, ma a destra.
Appena entra esamina la stanza, dettando tutto al registratore portatile, i pensieri cominciano a diventare offuscati. Passaggi descrittivi della storia raccontano l'esperienza di Enslin, simile ad un'allucinazione (il menu della colazione cambia lingua e diventa l'immagine di un ragazzo mangiato da un lupo, immagine che appare e si trasforma sul muro, i piedi affondano nel tappeto come nel fango). Terrorizzato, Enslin tenta di uscire dalla stanza ma la porta non si apre. Prova a chiamare la reception ma sente una voce forte, gracchiante che inizia a contare: " "Questo è il nono! Questo è il decimo! Dieci! Abbiamo ucciso i tuoi amici! Ogni amico è morto! Questo è il sesto! Sei!"
Enslin guarda con orrore la stanza che sembra sciogliersi davanti a lui e sente una presenza arrivare. Guidato dall'istinto, da fuoco alla sua maglietta con una scatola di cerini. In mezzo alle fiamme, esce dalla porta che ora è sbloccata. Per pura fortuna si salva mentre un altro ospite dell'hotel arriva con un secchio d'acqua; l'ospite spegne il fuoco e salva Enslin, nonostante continuerà a soffrire problemi di salute, paranoia ed incubi relativi alla sua esperienza nella 1408. Lascia la redditizia carriera (nonostante le proteste del suo agente) e si ritira in una casa sulla spiaggia, completamente isolato dalla società.





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Tesoro, luce della mia vita, non ti farò niente. Solo che devi lasciarmi finire la frase. Ho detto che non ti farò niente. Soltanto quella testa te la spacco in due! Quella tua testolina te la faccio a pezzi!


Cappuccetto rosso? Cappuccetto rosso? Su, apri la porta. Su, apri! Non hai sentito il mio toc, toc, toc? Allora vuoi che soffi? Vuoi che faccio puff? Allora devo aprirla io la porta?

Sono lupo cattivo!!!

Sono il peggior incubo che abbiate avuto, sono il più spaventoso dei vostri incubi diventato realtà, conosco le vostre paure, vi ammazzerò a uno a uno.


Prima però ripetete con me il catechismo:
Credo che una monetina possa far deragliare un treno merci. Credo che nelle fogne di New York ci siano alligatori, per non dire di topi grossi come pony Shetland. Credo che si possa strappar via l'ombra a una persona con un picchetto da tenda. Credo che esista davvero Babbo Natale e che tutti quei tizi vestiti di rosso che si vedono in giro per le strade a Natale siano i suoi aiutanti. Credo che intorno a noi ci sia un mondo invisibile. Credo che le palline da golf siano piene di gas velenoso e che, a tagliarne una in due respirando l'aria che ne viene fuori, si resti uccisi. Soprattutto, credo nei fantasmi, credo nei fantasmi, credo nei fantasmi. Ci siamo? Pronti per partire. Qua la mano. Si va. Conosco la strada. Non avete che da reggervi forte... e credere.




Jack Torrance pensò: Piccolo stronzo intrigante. Ullman era alto poco più di un metro e sessanta, e quando si muoveva aveva la rapidità scattante che sembra essere peculiare a tutti gli ometti grassocci. Aveva i capelli spartiti da una scriminatura impeccabile, e il completo scuro era sobrio, ma severo. Sono un uomo al quale potete tranquillamente esporre i vostri problemi, diceva quel completo alla clientela solvente.


« Mi hanno chiamato folle; ma non è ancora chiaro se la follia sia o meno il grado più elevato dell'intelletto, se la maggior parte di ciò che è glorioso, se tutto ciò che è profondo non nasca da una malattia della mente, da stati di esaltazione della mente a spese dell'intelletto in generale »



Questa volta la luce del sole non lo accecò. Doveva essere il tramonto. Oppure la stazza dell’uomo lo oscurava completamente.
Questa volta l’uomo degli hamburger, oltre al solito coltello ancora sporco del sangue di Johann, aveva anche un piatto, coltello e forchetta. Johann, vedendoli, si spaventò ancora di più. Cosa voleva fare, mangiarselo davanti ai suoi stessi occhi? Beh, bastava chiederglielo.
-Che vuoi fare?- la sua voce era tremolante, era molto spaventato e non si preoccupava di nasconderlo.
-Dai , ti pensavo più intelligente. Mi è venuto in mente che oggi potevamo mangiare insieme, così per conoscerci meglio- si avvicinò a lui.
-Tu sei pazzo, tu sei pazzo!- quanto avrebbe voluto alzarsi e picchiarlo, picchiarlo per la sua mano, la sua mano che non avrebbe più riavuto.
-No, io ho solo fame. Ma ora pensiamo alle cose importanti. Dimmi, preferisci scrivere o camminare?
03/01/2009 22:51
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Stephen King
E ora lui, il Re.












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Tesoro, luce della mia vita, non ti farò niente. Solo che devi lasciarmi finire la frase. Ho detto che non ti farò niente. Soltanto quella testa te la spacco in due! Quella tua testolina te la faccio a pezzi!


Cappuccetto rosso? Cappuccetto rosso? Su, apri la porta. Su, apri! Non hai sentito il mio toc, toc, toc? Allora vuoi che soffi? Vuoi che faccio puff? Allora devo aprirla io la porta?

Sono lupo cattivo!!!

Sono il peggior incubo che abbiate avuto, sono il più spaventoso dei vostri incubi diventato realtà, conosco le vostre paure, vi ammazzerò a uno a uno.


Prima però ripetete con me il catechismo:
Credo che una monetina possa far deragliare un treno merci. Credo che nelle fogne di New York ci siano alligatori, per non dire di topi grossi come pony Shetland. Credo che si possa strappar via l'ombra a una persona con un picchetto da tenda. Credo che esista davvero Babbo Natale e che tutti quei tizi vestiti di rosso che si vedono in giro per le strade a Natale siano i suoi aiutanti. Credo che intorno a noi ci sia un mondo invisibile. Credo che le palline da golf siano piene di gas velenoso e che, a tagliarne una in due respirando l'aria che ne viene fuori, si resti uccisi. Soprattutto, credo nei fantasmi, credo nei fantasmi, credo nei fantasmi. Ci siamo? Pronti per partire. Qua la mano. Si va. Conosco la strada. Non avete che da reggervi forte... e credere.




Jack Torrance pensò: Piccolo stronzo intrigante. Ullman era alto poco più di un metro e sessanta, e quando si muoveva aveva la rapidità scattante che sembra essere peculiare a tutti gli ometti grassocci. Aveva i capelli spartiti da una scriminatura impeccabile, e il completo scuro era sobrio, ma severo. Sono un uomo al quale potete tranquillamente esporre i vostri problemi, diceva quel completo alla clientela solvente.


« Mi hanno chiamato folle; ma non è ancora chiaro se la follia sia o meno il grado più elevato dell'intelletto, se la maggior parte di ciò che è glorioso, se tutto ciò che è profondo non nasca da una malattia della mente, da stati di esaltazione della mente a spese dell'intelletto in generale »



Questa volta la luce del sole non lo accecò. Doveva essere il tramonto. Oppure la stazza dell’uomo lo oscurava completamente.
Questa volta l’uomo degli hamburger, oltre al solito coltello ancora sporco del sangue di Johann, aveva anche un piatto, coltello e forchetta. Johann, vedendoli, si spaventò ancora di più. Cosa voleva fare, mangiarselo davanti ai suoi stessi occhi? Beh, bastava chiederglielo.
-Che vuoi fare?- la sua voce era tremolante, era molto spaventato e non si preoccupava di nasconderlo.
-Dai , ti pensavo più intelligente. Mi è venuto in mente che oggi potevamo mangiare insieme, così per conoscerci meglio- si avvicinò a lui.
-Tu sei pazzo, tu sei pazzo!- quanto avrebbe voluto alzarsi e picchiarlo, picchiarlo per la sua mano, la sua mano che non avrebbe più riavuto.
-No, io ho solo fame. Ma ora pensiamo alle cose importanti. Dimmi, preferisci scrivere o camminare?
03/01/2009 22:52
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Jack Torrance pensò: Piccolo stronzo intrigante. Ullman era alto poco più di un metro e sessanta, e quando si muoveva aveva la rapidità scattante che sembra essere peculiare a tutti gli ometti grassocci. Aveva i capelli spartiti da una scriminatura impeccabile, e il completo scuro era sobrio, ma severo. Sono un uomo al quale potete tranquillamente esporre i vostri problemi, diceva quel completo alla clientela solvente.

Ogni tanto i suoni si affievolivano, come il dolore, e allora restava solo la nebbia. Prima della nebbia ricordava l'oscurità: oscurità totale. Doveva dedurne che stava facendo progressi? Sia fatta la luce (anche se di tipo nebbioso), e la luce era cosa buona e così via e così via? Erano esistiti quei suoni nell'oscurità? Non era in grado di dare risposta a nessuna di quelle domande. Aveva senso porsele? No, non aveva risposta nemmeno a questa.


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Tesoro, luce della mia vita, non ti farò niente. Solo che devi lasciarmi finire la frase. Ho detto che non ti farò niente. Soltanto quella testa te la spacco in due! Quella tua testolina te la faccio a pezzi!


Cappuccetto rosso? Cappuccetto rosso? Su, apri la porta. Su, apri! Non hai sentito il mio toc, toc, toc? Allora vuoi che soffi? Vuoi che faccio puff? Allora devo aprirla io la porta?

Sono lupo cattivo!!!

Sono il peggior incubo che abbiate avuto, sono il più spaventoso dei vostri incubi diventato realtà, conosco le vostre paure, vi ammazzerò a uno a uno.


Prima però ripetete con me il catechismo:
Credo che una monetina possa far deragliare un treno merci. Credo che nelle fogne di New York ci siano alligatori, per non dire di topi grossi come pony Shetland. Credo che si possa strappar via l'ombra a una persona con un picchetto da tenda. Credo che esista davvero Babbo Natale e che tutti quei tizi vestiti di rosso che si vedono in giro per le strade a Natale siano i suoi aiutanti. Credo che intorno a noi ci sia un mondo invisibile. Credo che le palline da golf siano piene di gas velenoso e che, a tagliarne una in due respirando l'aria che ne viene fuori, si resti uccisi. Soprattutto, credo nei fantasmi, credo nei fantasmi, credo nei fantasmi. Ci siamo? Pronti per partire. Qua la mano. Si va. Conosco la strada. Non avete che da reggervi forte... e credere.




Jack Torrance pensò: Piccolo stronzo intrigante. Ullman era alto poco più di un metro e sessanta, e quando si muoveva aveva la rapidità scattante che sembra essere peculiare a tutti gli ometti grassocci. Aveva i capelli spartiti da una scriminatura impeccabile, e il completo scuro era sobrio, ma severo. Sono un uomo al quale potete tranquillamente esporre i vostri problemi, diceva quel completo alla clientela solvente.


« Mi hanno chiamato folle; ma non è ancora chiaro se la follia sia o meno il grado più elevato dell'intelletto, se la maggior parte di ciò che è glorioso, se tutto ciò che è profondo non nasca da una malattia della mente, da stati di esaltazione della mente a spese dell'intelletto in generale »



Questa volta la luce del sole non lo accecò. Doveva essere il tramonto. Oppure la stazza dell’uomo lo oscurava completamente.
Questa volta l’uomo degli hamburger, oltre al solito coltello ancora sporco del sangue di Johann, aveva anche un piatto, coltello e forchetta. Johann, vedendoli, si spaventò ancora di più. Cosa voleva fare, mangiarselo davanti ai suoi stessi occhi? Beh, bastava chiederglielo.
-Che vuoi fare?- la sua voce era tremolante, era molto spaventato e non si preoccupava di nasconderlo.
-Dai , ti pensavo più intelligente. Mi è venuto in mente che oggi potevamo mangiare insieme, così per conoscerci meglio- si avvicinò a lui.
-Tu sei pazzo, tu sei pazzo!- quanto avrebbe voluto alzarsi e picchiarlo, picchiarlo per la sua mano, la sua mano che non avrebbe più riavuto.
-No, io ho solo fame. Ma ora pensiamo alle cose importanti. Dimmi, preferisci scrivere o camminare?
06/01/2009 16:43
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Cappuccetto rosso? Cappuccetto rosso? Su, apri la porta. Su, apri! Non hai sentito il mio toc, toc, toc? Allora vuoi che soffi? Vuoi che faccio puff? Allora devo aprirla io la porta?

Sono lupo cattivo!!!

Sono il peggior incubo che abbiate avuto, sono il più spaventoso dei vostri incubi diventato realtà, conosco le vostre paure, vi ammazzerò a uno a uno.


Prima però ripetete con me il catechismo:
Credo che una monetina possa far deragliare un treno merci. Credo che nelle fogne di New York ci siano alligatori, per non dire di topi grossi come pony Shetland. Credo che si possa strappar via l'ombra a una persona con un picchetto da tenda. Credo che esista davvero Babbo Natale e che tutti quei tizi vestiti di rosso che si vedono in giro per le strade a Natale siano i suoi aiutanti. Credo che intorno a noi ci sia un mondo invisibile. Credo che le palline da golf siano piene di gas velenoso e che, a tagliarne una in due respirando l'aria che ne viene fuori, si resti uccisi. Soprattutto, credo nei fantasmi, credo nei fantasmi, credo nei fantasmi. Ci siamo? Pronti per partire. Qua la mano. Si va. Conosco la strada. Non avete che da reggervi forte... e credere.




Jack Torrance pensò: Piccolo stronzo intrigante. Ullman era alto poco più di un metro e sessanta, e quando si muoveva aveva la rapidità scattante che sembra essere peculiare a tutti gli ometti grassocci. Aveva i capelli spartiti da una scriminatura impeccabile, e il completo scuro era sobrio, ma severo. Sono un uomo al quale potete tranquillamente esporre i vostri problemi, diceva quel completo alla clientela solvente.


« Mi hanno chiamato folle; ma non è ancora chiaro se la follia sia o meno il grado più elevato dell'intelletto, se la maggior parte di ciò che è glorioso, se tutto ciò che è profondo non nasca da una malattia della mente, da stati di esaltazione della mente a spese dell'intelletto in generale »



Questa volta la luce del sole non lo accecò. Doveva essere il tramonto. Oppure la stazza dell’uomo lo oscurava completamente.
Questa volta l’uomo degli hamburger, oltre al solito coltello ancora sporco del sangue di Johann, aveva anche un piatto, coltello e forchetta. Johann, vedendoli, si spaventò ancora di più. Cosa voleva fare, mangiarselo davanti ai suoi stessi occhi? Beh, bastava chiederglielo.
-Che vuoi fare?- la sua voce era tremolante, era molto spaventato e non si preoccupava di nasconderlo.
-Dai , ti pensavo più intelligente. Mi è venuto in mente che oggi potevamo mangiare insieme, così per conoscerci meglio- si avvicinò a lui.
-Tu sei pazzo, tu sei pazzo!- quanto avrebbe voluto alzarsi e picchiarlo, picchiarlo per la sua mano, la sua mano che non avrebbe più riavuto.
-No, io ho solo fame. Ma ora pensiamo alle cose importanti. Dimmi, preferisci scrivere o camminare?
10/01/2009 08:59
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Tesoro, luce della mia vita, non ti farò niente. Solo che devi lasciarmi finire la frase. Ho detto che non ti farò niente. Soltanto quella testa te la spacco in due! Quella tua testolina te la faccio a pezzi!


Cappuccetto rosso? Cappuccetto rosso? Su, apri la porta. Su, apri! Non hai sentito il mio toc, toc, toc? Allora vuoi che soffi? Vuoi che faccio puff? Allora devo aprirla io la porta?

Sono il lupo cattivo!!!

Sono il peggior incubo che abbiate avuto, sono il più spaventoso dei vostri incubi diventato realtà, conosco le vostre paure, vi ammazzerò a uno a uno.


Prima però ripetete con me il catechismo:
Credo che una monetina possa far deragliare un treno merci. Credo che nelle fogne di New York ci siano alligatori, per non dire di topi grossi come pony Shetland. Credo che si possa strappar via l'ombra a una persona con un picchetto da tenda. Credo che esista davvero Babbo Natale e che tutti quei tizi vestiti di rosso che si vedono in giro per le strade a Natale siano i suoi aiutanti. Credo che intorno a noi ci sia un mondo invisibile. Credo che le palline da golf siano piene di gas velenoso e che, a tagliarne una in due respirando l'aria che ne viene fuori, si resti uccisi. Soprattutto, credo nei fantasmi, credo nei fantasmi, credo nei fantasmi. Ci siamo? Pronti per partire. Qua la mano. Si va. Conosco la strada. Non avete che da reggervi forte... e credere.




Jack Torrance pensò: Piccolo stronzo intrigante. Ullman era alto poco più di un metro e sessanta, e quando si muoveva aveva la rapidità scattante che sembra essere peculiare a tutti gli ometti grassocci. Aveva i capelli spartiti da una scriminatura impeccabile, e il completo scuro era sobrio, ma severo. Sono un uomo al quale potete tranquillamente esporre i vostri problemi, diceva quel completo alla clientela solvente.

__________________________________________________________________________________________________________
Tesoro, luce della mia vita, non ti farò niente. Solo che devi lasciarmi finire la frase. Ho detto che non ti farò niente. Soltanto quella testa te la spacco in due! Quella tua testolina te la faccio a pezzi!


Cappuccetto rosso? Cappuccetto rosso? Su, apri la porta. Su, apri! Non hai sentito il mio toc, toc, toc? Allora vuoi che soffi? Vuoi che faccio puff? Allora devo aprirla io la porta?

Sono lupo cattivo!!!

Sono il peggior incubo che abbiate avuto, sono il più spaventoso dei vostri incubi diventato realtà, conosco le vostre paure, vi ammazzerò a uno a uno.


Prima però ripetete con me il catechismo:
Credo che una monetina possa far deragliare un treno merci. Credo che nelle fogne di New York ci siano alligatori, per non dire di topi grossi come pony Shetland. Credo che si possa strappar via l'ombra a una persona con un picchetto da tenda. Credo che esista davvero Babbo Natale e che tutti quei tizi vestiti di rosso che si vedono in giro per le strade a Natale siano i suoi aiutanti. Credo che intorno a noi ci sia un mondo invisibile. Credo che le palline da golf siano piene di gas velenoso e che, a tagliarne una in due respirando l'aria che ne viene fuori, si resti uccisi. Soprattutto, credo nei fantasmi, credo nei fantasmi, credo nei fantasmi. Ci siamo? Pronti per partire. Qua la mano. Si va. Conosco la strada. Non avete che da reggervi forte... e credere.




Jack Torrance pensò: Piccolo stronzo intrigante. Ullman era alto poco più di un metro e sessanta, e quando si muoveva aveva la rapidità scattante che sembra essere peculiare a tutti gli ometti grassocci. Aveva i capelli spartiti da una scriminatura impeccabile, e il completo scuro era sobrio, ma severo. Sono un uomo al quale potete tranquillamente esporre i vostri problemi, diceva quel completo alla clientela solvente.


« Mi hanno chiamato folle; ma non è ancora chiaro se la follia sia o meno il grado più elevato dell'intelletto, se la maggior parte di ciò che è glorioso, se tutto ciò che è profondo non nasca da una malattia della mente, da stati di esaltazione della mente a spese dell'intelletto in generale »



Questa volta la luce del sole non lo accecò. Doveva essere il tramonto. Oppure la stazza dell’uomo lo oscurava completamente.
Questa volta l’uomo degli hamburger, oltre al solito coltello ancora sporco del sangue di Johann, aveva anche un piatto, coltello e forchetta. Johann, vedendoli, si spaventò ancora di più. Cosa voleva fare, mangiarselo davanti ai suoi stessi occhi? Beh, bastava chiederglielo.
-Che vuoi fare?- la sua voce era tremolante, era molto spaventato e non si preoccupava di nasconderlo.
-Dai , ti pensavo più intelligente. Mi è venuto in mente che oggi potevamo mangiare insieme, così per conoscerci meglio- si avvicinò a lui.
-Tu sei pazzo, tu sei pazzo!- quanto avrebbe voluto alzarsi e picchiarlo, picchiarlo per la sua mano, la sua mano che non avrebbe più riavuto.
-No, io ho solo fame. Ma ora pensiamo alle cose importanti. Dimmi, preferisci scrivere o camminare?
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